Ultimo aggiornamento: 30 settembre 2022
Nel congresso dei popoli oppressi, che riunì a Roma nel 1918
delegati cechi, polacchi, e slavi meridionali, fu riaffermato il diritto di
ogni popolo al proprio Stato nazionale. Dopo la fine degli scontri bellici,
l'applicazione pratica di questo sublime principio divenne presto l'incubo dei
diplomatici europei. Al compito pressoché inestricabile di arrivare a tracciare
confini in grado di riscuotere consensi, in presenza di una tipica
frammentazione dei gruppi etnici, in cui la lingua varia "di villaggio in
villaggio, quasi di fattoria in fattoria" (Marx), gli uomini di stato
delle conferenze di pace parigine erano del tutto impreparati. Una tremenda
ignoranza delle circostanze etnografiche e geografiche portò a conclusioni
fatalmente errate.