Bulgaria

Bulgaria Bulgarien Sec. VII-XIV

In DEM alla Bulgaria sono dedicate la voce Bulgari, che tratta dei protobulgari, fino alla loro assimilazione agli slavi nel corso del medioevo dopo la fondazione del canato Bulgaro, e la voce Bulgaria (S. Dufrenne), che solo nella premessa si occupa della storia del primo e secondo impero bulgaro per dedicarsi sostanzialmente alla storia dell’arte bizantina in area bulgara (architettura e affreschi). Scarsi sono i rimandi, mentre in bibliografia sono segnalati i fondamentali lavori di I. Dujcev. Di calibro ben diverso è la voce Bulgarien (LMA), preparata dallo stesso Dujcev, che traccia una storia nazionale della Bulgaria. Partendo dalla definizione del territorio e dalla sua preistoria, si mette in luce la nascita della nazione bulgara sulla base di una fusione fra la popolazione autoctona dei Traci e le popolazioni degli Slavi e dei cosiddetti Protobulgari (a cui fra l’altro non si dedica una voce separata, se escludiamo la voce Bolgar, che riguarda però solo i Bulgari del Volga). Del primo periodo protobulgaro si sottolinea la fusione con l’elemento slavo, in cui la conversione al cristianesimo rappresenta un elemento fondamentale e si fa riferimento a numerose singole voci dedicate ai khan bulgari (una voce specifica è dedicata alla lista dei sovrani bulgari fra il VII e l’VIII sec., cfr. Imennik) e alla prima capitale Pliska (Pliska). Del periodo successivo, segnato dalla conversione ai tempi del khan Boris (Boris, anche in DEM) e dalla costruzione di una nuova capitale, Preslav (l’importanza dell’evento non è sufficientemente messo in luce), si mette in evidenza il conflitto con l’impero bizantino (con periodi più o meno lunghi di pace), che era diventato tributario dell’impero bulgaro, e in particolare la sua espansione territoriale e l’erezione del patriarcato ai tempi di Simeone (Symeon der Große, anche in DEM: in questa voce si identificano erroneamente le due capitali del primo impero bulgaro: Preslav e Pliska), che si era proclamato zar. In seguito con il sostegno della Rus’ di Kiev si sviluppò la reazione bizantina, di cui si rimarcano le efferatezze, che raggiunse anche l’ultima capitale Ocrida (Ohrid). La successiva rivolta degli aseniti, che fondano una nuova dinastia bulgaro-cumana segna la “liberazione” della Bulgaria con la creazione del secondo impero bulgaro con la nuova capitale Tarnovo (scritta Turnovo in questa voce, ma Tarnovo a lemma! La voce è assente in DEM!), mentre a Bisanzio si instaura il regno latino d’Oriente. Questa fase della storia bulgara, in cui la Bulgaria raggiunge la sua massima potenza sotto Ivan Asen II (la Grande Bulgaria dall’Egeo all’Adriatico e al Mar Nero), viene ampiamente trattata con numerosi riferimenti a regnanti, conquiste e battaglie (v. singole voci; mancano le tavole genealogiche delle dinastie). In questo periodo si moltiplicano i soggetti della storia balcanica, con l’emergere della potenza serba, della rinascita dell’impero bizantino, della conquista tatara, nonché della frammentazione dell’impero bulgaro con una seconda capitale a Vidin. La storia si conclude alla fine del XIV sec. con la conquista turca delle capitali e la scomparsa degli ultimi regnanti, fra cui si ricorda in particolare Ivan Aleksandr (Ivan Alexander). Rimane assai difficile seguire questa storia, che appare strettamente intrecciata a quella dell’impero bizantino, sempre all’interno del territorio dell’antico impero romano, in particolare nella regione della Macedonia (Makedonien). Non si può neppure prescindere dalla formazione del regno serbo, dall’espansione del regno ungherese, dalla presenza albanese e valacca, nonché come appare evidente anche nel disegno di Dujcev, dalle popolazioni nomadi delle steppe (Cumani e Tatari) e dall’espansione occidentale nei Balcani e più in generale nel Mediterraneo orientale. E’ lo stesso Dujcev a osservare che la rivolta, che segna il secondo impero bulgaro coincide con la conquista normanna di Salonicco (1185), seconda città dell’impero bizantino. Appare dunque giustamente contraddittoria rispetto a questa impostazione la voce dedicata alla città di Ocrida (Ohrid), con la sua arcidiocesi multietnica, assai ben scritta da G. Prinzing, che divide la sua storia nei diversi periodi, giungendo fino al 1767: primo bulgaro, medio-bizantino, secondo bulgaro, serbo e ottomano (nella voce Ochrida presente in DEM si sottolineano i monumenti artistici della città, famosa per i suoi affreschi bizantini). Solo nel tardo medioevo, ormai in epoca turca, acquista importanza la citta di Sofia, l’antica Serdica. Nel paragrafo dedicato all’economia, si sottolinea l’importanza del porto di Salonicco per i rapporti commerciali con le repubbliche marinare, tuttavia sarebbe stato necessario far riferimento anche a Mesembria (Nesebar) sul Mar Nero. Il paragrafo dedicato alla religione si incentra soprattutto sulla storia del cristianesimo e sulla costituzione di una chiesa bulgara con un proprio patriarca, il quale si trovò a combattere l’eresia bogomila e a difendere la propria autonomia nei confronti del patriarca costantinopolitano.

 

Bibliografia

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V. Gjuzelev, Symeon der Große, in LMA, vol. VIII, Stuttgart-Weimar 1999, pp. 360-361.

V. Gjuzelev, Tarnovo, in LMA, vol. VIII, Stuttgart-Weimar 1999, pp. 478-479.


A cura di D. Pierozzi

Di: Garzaniti M.
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