Hussitismo e mondo slavo

Sec. XIV-XV

Nella Slavia latina vi furono voci aperte alle tendenze riformatrici. Al Concilio di Costanza prese parte Paulus Wladimiri (Paweł Włodkowic, 1370 ca.-1435/36), rettore dell’università di Cracovia, che nel suo trattato De potestate papae et imperatoris respectu infidelium affermava che la diffusione della fede appartiene ai «teologi» e non ai «guerrieri», elaborando una teoria della guerra giusta e del diritto dei popoli che preparava le future riflessioni dell’epoca delle guerre di religione. Un domenicano di origine croata, Giovanni di Ragusa (Dubrovnik) (Johannes Stojković, 1395 ca.-1443), professore all’università di Parigi, protagonista al Concilio di Basilea (1431-49), si mostrò dichiaratamente aperto alle spinte riformatrici dell’hussitismo, difensore della superiorità del Concilio rispetto al papa e attento alla questione dell’unità dei cristiani, giocando un ruolo significativo nella preparazione del Concilio di Ferrara-Firenze. Nel campo avverso, pur non essendo di origine slava, merita di essere ricordato il domenicano fiorentino Giovanni Dominici (1355/56-1419), che fu fra i più accesi oppositori all’hussitismo. Riformatore del suo ordine, diventò prima arcivescovo di Ragusa e cardinale, e poi legato del re di Boemia Sigismondo, in Boemia, Polonia e Ungheria, proprio per combattere l’influsso dell’hussitismo in Europa centro-orientale. 

Bibliografia: J. W. Woś, Politica e religione nella Polonia tardo medioevale, Trento 2000, pp. 167 ss. (su Paulus Wladimiri); Dizionario biografico degli italiani, Roma 1963, s.v. Banchini, Giovanni di Domenico (Giovanni Dominici, Banchetti Giovanni), a cura di G. Cracco.


Di: Garzaniti M.
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