Nomi delle lettere negli alfabeti slavi

Sec. VII-XV

La struttura degli alfabeti glagolitico e cirillico è stata ricostruita sulla base di alcuni abecedari, di preghiere alfabetiche e del trattato Sulle lettere (O pismenechĭ) del monaco Chrabr. Nella prima parte dell’alfabeto (dalla azŭ alla otŭ) l’ordine e il valore fonetico dei grafemi coincide con quello delle lettere dell’alfabeto greco, fatta eccezione per le lettere buky, živěti e zemli che, insieme ai grafemi che seguono la otŭ, rappresentano fonemi tipicamente slavi. Comparando le fonti note si sono potuti ricostruire i nomi delle lettere che, se letti consecutivamente, compongono terzine di senso compiuto con un’evidente funzione mnemonica e catechetica. Riportiamo a questo proposito alcuni esempi: i nomi delle lettere g-d-e possono corrispondere alla frase glagoli dobro estŭ (“il parlare è cosa buona”); i nomi di k-l-m offrono l’esortazione kako ljudie myslite (“pensate da uomini”, cioè da cristiani); quelli di n-o-p racchiudono una catechesi su Cristo: našĭ Onŭ pokoi (“Egli è la nostra pace”); i nomi di r-s-t, rĭci slovo tvrĭdo (“pronuncia una parola difficile”), invitano a esercitarsi nella nuova lingua. Alcuni orientalisti, mettendo insieme i singoli versi, hanno ricostruito un componimento, una vera e propria poesia alfabetica, che probabilmente fu la prima composizione poetica scritta in slavo, con una funzione didattica e catechetica. 

Bibliografia: F. Vyncke, R. Detrez, De l’origine et de la structure de l’alphabet glagolitique, in “Orientalia Lovaniensia Periodica”, xxiii, 1992, pp. 219-50; B. Lomagistro, L’alfabeto glagolitico tra τéχνη e σοφíα, in A. Alberti, M. Garzaniti, S. Garzonio (a cura di), Contributi italiani al xiii Congresso internazionale degli slavisti (Ljubljana, 15-21 agosto 2003), Firenze 2014, pp. 131-77.


Di: Romoli F.
Copyright dell'autore