Letteratura agiografica

Sec. VII-XV

Per “letteratura agiografica” (“agiografia” dal greco ἅγιος, “santo”, e γραϕή, “scritto”) si intendono le fonti propriamente narrative relative al culto dei santi, sviluppatesi a partire dai primi secoli del cristianesimo: atti e passioni dei martiri, vite e miracoli dei santi, racconti d’invenzione o di traslazione delle reliquie. Gli acta e le passiones sono in genere resoconti storicamente attendibili. Le vitae sono, invece, un genere letterario più complesso: a partire da uno schema prestabilito che narra le tappe principali della biografia del personaggio, gli agiografi supplivano alla carenza di informazioni con notizie non necessariamente attestate, ma corrispondenti ai determinati requisiti delle diverse forme di santità. Per tale ragione le narrazioni agiografiche presentano spesso loci communes e un certo grado di standardizzazione, e devono essere lette con prudenza, verificando le notizie ivi riportate con l’ausilio di altre fonti. L’agiografia slava ecclesiastica si sviluppò con le traduzioni dal greco delle vite dei santi, ma fin dall’inizio vide fiorire opere originali che costituiscono una delle espressioni più significative della civiltà letteraria slava fino al XVII secolo. 

Bibliografia: S. Boesch Gajano, La santità, Roma-Bari 1999; R. Aigrain, L’hagiographie: ses sources, ses méthodes, son histoire, Bruxelles 2000; A. Benvenuti, M. Garzaniti (a cura di), Il tempo dei santi tra Oriente e Occidente. Liturgia e agiografia dal tardo antico al Concilio di Trento, Atti del iv Convegno di studio dell’Associazione italiana per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia (Firenze, 26-28 ottobre 2000), Roma 2005; sull’agiografia slavo-orientale cfr. la serie Russkaja agiografija (a cura di T. R. Rudi, S. A. Semjačko, voll. i-, Sankt-Peterburg 2005-); per l’area bulgara cfr. il progetto digitale Encyclopaedia Slavica Sanctorum.

Di: Ferro M.C.
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