Autour du mythe de la Sainte Russie. Christianisme, pouvoir et société chez les Slaves orientaux (Xe-XVIIe siècles)

Ultimo aggiornamento: 26 maggio 2021

Vodoff V.

Autour du mythe de la Sainte Russie. Christianisme, pouvoir et société chez les Slaves orientaux (Xe-XVIIe siècles)

Institut d'études slaves, Paris 2003

Scheda a cura di: Garzaniti M.


Vladimir Vodoff, Autour du mythe de la Sainte Russie. CHRISTIANISME POUVOIR ET SOCIÉTÉ CHEZ LES SLAVES ORIENTAUX (Xe - XVIIe siècles), PARIS, INSTITUT D'ÉTUDES SLAVES, 2003

Vladimir Vodoff, Autour du moyen âge russe. Trente années de recherche, PARIS, INSTITUT D'ÉTUDES SLAVES, 2003

Nei suoi lunghi anni di ricerca presso l’Università La Sorbonne di Parigi e presso l’École pratique des hautes études Vladimir Vodoff ha pubblicato una serie di studi di grande rilievo per conoscere la storia della Rus’ dai primi rapporti con Bisanzio alla formazione della Moscovia. Una prima raccolta di saggi, incentrati sulla titolatura, la natura e l’autorità dei principi della Rus’ era uscita alcuni anni fa: Princes et principautés russes (Xe - XVIIe siècles) (Northampton, Variorum Reprints, 1989). Oggi abbiamo a disposizione una nuova raccolta di studi, usciti in riviste e miscellanee soprattutto negli anni successivi (ma non mancano lavori degli anni settanta), che illustrano personaggi e vicende del cristianesimo slavo-orientale, illuminando soprattutto le relazioni fra le istituzioni ecclesiastiche e il potere secolare. In verità Vodoff aveva già dedicato un intero volume, uscito in occasione del millenario del Battesimo, alle origini del cristianesimo in area slavo-orientale: Naissance de la Chrétienté russe: la conversion du prince Vladimir de Kiev (988) et ses conséquences (XIe-XIIIe siècles) (Paris, Fayard, 1988). Nella raccolta dei saggi Autour du mythe de la Sainte Russie non solo si riprendono alcune tematiche già presenti in questo volume sul battesimo della Rus’, ma si sviluppano delle linee di ricerca, che sono ancora di estrema attualità, e soprattutto si manifestano più chiaramente le metodologie di lavoro.

Vodoff studia la festa del “Segno” (Znamenie), celebrata a Novgorod il 27 novembre in onore di un’icona della Madre di Dio, che aveva protetto la città contro le mire espansive del principe di Vladimir, Andrej Bogoljubskij (†1174) (pp.143-158). Successivamente Vodoff ricostruisce la politica ecclesiastica di questo principe (pp.70-98). Merita attenzione anche la concisa analisi storica del trasferimento della sede metropolitana da Kiev a Mosca nel contesto delle trasformazioni politiche della Russia nord-orientale fra il XIV e il XV sec. (pp.167-172). Di grande interesse è la ricostruzione delle vie di trasporto delle merci prodotte nei vasti possedimenti delle comunità monastiche della Russia nord-orientale nel XV sec. (pp.188-206) e ancora l’ampia panoramica delle raccolte manoscritte di canti religiosi ucraine, russe e serbe fra il XVIII e il XIX sec. (pp.246-256). Lo studioso raccoglie le informazioni sulla tardiva diffusione del culto del principe Vladimir, le cui prime testimonianze risalgono solo alla seconda metà del XIII sec. (pp.119-133). Non meno interessanti sono articoli più brevi, fra cui emerge la nota, dedicata alla ricezione del Concilio di Ferrara-Firenze a Novgorod e a Pskov (pp.48-52). Lo studioso dedica un breve studio alle “Questioni di Kirik” (Kirikovo voprošanie) a proposito dei pellegrinaggi (pp.45-47). In alcune ricerche lo studioso si concentra su un unico documento come nel caso del “Racconto sul tempio dei Variaghi” (Povest’ o varjažskoj božnice), un pamphlet antilatino della fine del XV sec., scritto a Novgorod, ma di ispirazione moscovita (pp.53-60) o come nel caso dell’”Inventario delle sette chiese” (Semisobornaja rospis’), scritto nella medesima città nella prima metà del XV sec., che rappresenta un’importante fonte per la ricostruzione delle devozioni di tradizione bizantina e dei culti locali a Novgorod: l’icona del Segno, la devozione a Varlaam di Chutyn’ (cui è dedicato uno specifico articolo, pp.159-163), il culto tardivo di Antonij Rimljanin, le devozioni di origine kieviana (Boris e Gleb, Clemente papa), le feste sviluppatesi nella Russia nord-orientale (la festa della protezione della Madre di Dio e la festa del Salvatore misericordioso), e infine la festa panrussa dedicata al metropolita Pëtr (pp.134-142). In un altro studio, confrontando in particolare le varie redazioni della Vita di Michail Klopskij, Vodoff riesce brillantemente a dimostrare che il metropolita Gerasim (†1435), fu metropolita di “tutta la Rus’” e non solo della sua parte lituana (pp.173-180). Alcune riflessioni certamente andrebbero aggiornate, come per esempio le osservazioni sulla “Prima Cronaca di Novgorod”, ma il richiamo all’importanza dei grandi monasteri nella formazione delle cronache della Rus’ rimane ancora valido (pp.219-228). Un discorso a parte meriterebbe lo studio sull’ “Encomio del monaco Foma al gran principe Boris Aleksandrovic” (Inoka Fomy Slovo pochval’noe o velikom knjaze Borise Aleksandrovice), a cui lo studioso ha dedicato diversi anni di ricerca (pp.229-245). Nella raccolta, ora pubblicata, merita una menzione particolare lo studio sulla funzione di economo nei monasteri russi, che tradizionalmente veniva assunta dal “cellerario” (kelar’), anche se nel linguaggio aulico si incontra comunque il termine “economo” (ikonom) (pp.181-187). L’analisi terminologica consente a Vodoff di affrontare brillantemente anche più complessi problemi di ordine generale, come la formazione dell’ideologia politica nella Rus’ di Kiev (pp.63-69).

Si debbono menzionare, infine, alcuni studi di carattere generale sulle origini del “cristianesimo russo” (pp.19-29), sulla nozione di universalità dell’ecclesiologia nell Rus’ (pp.30-44), sulla chiesa e il potere in Russia nella prima metà del XVI sec. (pp.99-108) e infine sulla tolleranza religiosa nel gran principato lituano (pp.109-118), che rappresentano delle piccole, ma puntuali monografie.

Per quanti volessero leggere una dettagliata cronaca delle ricerche dello studioso, si può leggere il volume, apparso contemporaneamente alla nuova miscellanea, Autour du moyen âge russe. Trente années de recherche, curato da P. Gonneau. Nelle sue relazioni all’École pratique des hautes études dal 1967 al 2001 si può seguire la carriera dello studioso, che dal 1972, assumendo la direzione degli studi, scelse non a caso per il suo insegnamento il titolo “Histoire et philologie russe”, che mantenne anche in seguito. Completano il volume, oltre ad alcune carte e genealogie, la bibliografia completa dello studioso.