Monte Athos

Sec. VII-XV

Una delle tre propaggini della penisola calcidica ospita ancora oggi la Repubblica monastica del monte Athos. In questo lembo di terra, non lontano dalle due principali città dell’impero bizantino, Costantinopoli e Tessalonica, l’odierna Salonicco, chiamato già nel VI secolo “Montagna sacra”, si insediarono comunità monastiche principalmente di origine greca, ma anche da Amalfi o dalla Georgia. Già nel ix-x secolo l’Athos diventò uno dei principali centri di vita monastica. A seguito delle missioni bizantine presso gli slavi di area balcanica, ai tempi del primo impero bulgaro, monaci di origine slava entrarono nei cenobi e negli eremi della penisola. Presso il monastero di Zograf (Ζωγράφου) si formò una comunità monastica bulgara in cui si cominciò probabilmente a celebrare in slavo. In seguito la presenza di monaci slavi orientali è attestata dalle fonti nell’XI secolo probabilmente nell’eremo di Xilourgou (Ξυλουργού). Qui sarebbe giunto il monaco Feodosij che più tardi fondò il monastero delle Grotte di Kiev, dando inizio al cenobitismo nella Rus’. In seguito la comunità slava orientale occupò il monastero di San Pantaleone (Παντελεήμονος). Nel xiii secolo nel monastero di Hilandar (Χιλανδαρίου) si ritirò il principe Rastko, figlio del sovrano serbo, con il nome monastico di Sava diventato il primo arcivescovo serbo. Con l’occupazione latina di Costantinopoli il ruolo di protezione delle comunità dell’Athos fu assunto prima dai sovrani bulgari, e in seguito da quelli serbi, per tornare infine nelle mani degli ultimi sovrani bizantini. Grazie al loro sostegno le comunità greche e slave, in stretto contatto fra loro, diventarono il centro spirituale e culturale del mondo bizantino e slavo ortodosso, soprattutto all’epoca della rinascita monastica promossa dal movimento esicasta (cfr. cap. 20, par. 2). I monasteri diventarono centri scrittori in cui si scrivevano opere originali, si facevano copie di antichi manoscritti o traduzioni dal greco allo slavo. Vi si formarono eminenti personalità, fra cui ad esempio Kiprian Camblak e Grigorij Camblak (cfr. riquadro 135, p. 269), che ebbero un ruolo importante non solo nei Balcani, ma anche nella Rus’ e in particolare nella Moscovia. Proprio Mosca a partire dal xv secolo assunse quel ruolo che svolgevano le aristocrazie balcaniche prima dell’occupazione ottomana. Dal monte Athos proveniva il più importante scrittore del Cinquecento russo, Massimo il Greco (cfr. riquadro 172, p. 327). Anche dopo la caduta di Costantinopoli e sino ai nostri giorni la Tebaide atonita ha conservato il suo ruolo di centro spirituale dell’ortodossia. 

Bibliografia: I. Dujčev, Le Mont Athos et les Slaves au Moyen Âge, in Le Millénaire du Mont Athos (963-1963), Venise-Chevetogne 1964, ii, pp. 121-44 (anche in Dujčev, 1965-71, i, pp. 487-510); F. J. Thomson, The Origins of the Principal Slav Monasteries on Athos: Zographou, Panteleèmonos and Chelandariou.


Di: Garzaniti M.
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