Sec. XV-XVIII

Le bugarštice (bugaršćice) sono canti epici a verso lungo (prevalentemente di 15-16 sillabe, con cesura dopo la settima-ottava sillaba) diffusi nella cultura popolare croata e serba tra il XV e il XVIII secolo. Queste composizioni, di argomento prevalentemente storico, vertono in buona parte sul conflitto tra cristiani e ottomani nei Balcani: vi si cantano le gesta di eroi tradizionali come i serbi Marko Kraljević (†1395) e Miloš Obilić (†1389), o come il croato Ivan Karlović (†1531). L’etimologia del nome è dibattuta: secondo alcuni (V. Jagić), esso deriverebbe dall’etnonimo “bulgaro” (cr.-ser. bugar, bugarin), mentre altri (Đ. Daničić) riconducono il nome al verbo bugariti, “cantare nenie”, “cantare con tristezza”, che a sua volta sarebbe derivato dal latino medievale bucculare, “gridare”, “piangere”. È comunque diffusa l’opinione che le bugarštice tramandino canti e leggende della tradizione orale preesistente, rivelandosi perciò assai importanti per lo studio del folclore slavo meridionale. La maggior parte delle bugarštice è stata trascritta sulla costa dalmata, tra l’Istria e le Bocche di Cattaro; molti studiosi, tuttavia, ritengono che le loro origini vadano cercate nelle regioni interne, tenendo conto anche delle numerose varianti dialettali kajkave che compaiono nelle trascrizioni pervenuteci. La copia più antica di una bugarštica fu realizzata nel 1497 dal poeta italiano Rogeri de Piacenza di Nardò, a Gioia del Colle presso Bari, dove un gruppo di slavi si esibì in onore della regina di Napoli, Isabella del Balzo. I canti trascritti verso la metà del XVI secolo sull’isola di Lesina da Pietro Ettoreo restano insuperati per il loro valore estetico-letterario. 

Bibliografia: J. P. Miletich (a cura di), The Bugarštica: A Bilingual Anthology of the Earliest Extant South Slavic Folk Narrative Song, Champaign (il) 1990; J. Kekez, Bugaršćice: A Unique Type of Archaic Oral Poetry, in “Oral Tradition”, vi, 1991, 2-3, pp. 200-24.


By: Alberti A.
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