Judaizers

Sec. XV - XVI

La cosiddetta eresia dei “giudaizzanti” si sviluppò prima a Novgorod, all’epoca dell’arcivescovo Gennadij, e in seguito mise piede nell’ambiente della corte moscovita ed ebbe fra i maggiori esponenti il diplomatico russo Fedor Kuricyn (†1504 ca.). All’inizio non aveva suscitato una decisa reazione nel gran principe Ivan III, desideroso soprattutto di limitare il potere ecclesiastico e l’espansione dei grandi latifondi monastici, in seguito, su insistenza dell’arcivescovo di Novgorod Gennadij e soprattutto del monaco Iosif di Volokolamsk e dei suoi seguaci (gli iosifliani), gli eretici furono condannati (1503-04) e duramente repressi. Con ogni probabilità la loro eterodossia si lega alla diffusione delle tendenze riformiste che in Europa centro-orientale si erano coagulate nel movimento hussita. La loro critica alla gerarchia ecclesiastica e ai possedimenti del clero lo confermerebbe. La definizione di giudaizzanti è da mettere probabilmente in relazione non tanto con l’influenza delle comunità ebraiche che si andavano diffondendo nei territori slavi orientali, anche se non sono da escludere tali rapporti, quanto piuttosto nel ruolo fondamentale che acquisiva l’Antico Testamento e in genere il contatto diretto con le Sacre Scritture.

Bibliografia: M. Garzaniti, Il cristianesimo in Russia da Vladimir a Pietro il Grande, Roma 1988, pp. 108-14; A. Pliguzov, Archbishop Gennadii and the Heresy of the “Judaizers”, in “Harvard Ukrainian Studies”, xvi, 1992, 3-4, pp. 269-88; C. G. De Michelis, La Valdesia di Novgorod. “Giudaizzanti” e prima riforma, Torino 1993.

By: Garzaniti M.
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