Old Church Slavonic or Old Bulgarian: a terminological matter

Sec. VIII-X

La lingua paleoslava fu codificata da Costantino-Cirillo e da Metodio, e dai loro collaboratori, sulla base delle parlate dialettali bulgaro-macedoni. Originatasi nel meridione della Slavia balcanica e perfezionata in area moravo-pannonica, questa lingua raggiunse la sua “piena maturità” nella Bulgaria di Boris e Simeone. Non potendo prescindere dallo stretto legame del paleoslavo con l’area bulgara, gli studi storico-linguistici in questo ambito sono stati accompagnati fin dalle loro origini da una polemica di carattere terminologico (ma dagli sfondi nazionalistici) sul nome più adatto a definire tale lingua. Questa polemica ha visto contrapposti da una parte gli studiosi bulgari, convinti sostenitori della maggiore adeguatezza della definizione di “paleobulgaro”, e dall’altra parte coloro che, accentuando la funzione di medium comune che la lingua codificata dalla cerchia cirillo-metodiana ebbe agli inizi, proponevano invece la definizione di “paleoslavo” (ormai invalsa nell’uso scientifico).

Bibliografia: R. Picchio, Lo slavo ecclesiastico, in Id., Letteratura della Slavia ortodossa (IX-XVIII sec.), Bari 1991, pp. 103-143.

By: Romoli F.
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