Pechenegs and Cumans

Sec. VII-XV

Nell’ambito delle invasioni nomadi di origine turca che coinvolsero l’Europa balcanica e orientale, le popolazioni dei peceneghi e dei cumani meritano particolare attenzione. Sull’esatta origine geografica dei peceneghi non c’è unanimità fra gli studiosi. Sicuramente provenivano dall’Asia centrale. Nelle fonti compaiono sin dall’VIII secolo e per almeno due secoli vissero a stretto contatto con l’impero bizantino, che se ne servì spesso in funzione antinomade contro altre popolazioni che abitavano le steppe. Il loro declino è lento ma inesorabile e già alla fine dell’XI secolo non furono più in grado di reggere l’urto delle nuove popolazioni nomadi dell’Asia centrale, i cumani (kun, kipchaki o polovcy, quest’ultimo nome compare solo nelle fonti russe) che occuparono le steppe sarmatiche dall’Asia centrale alla valle del Danubio. La loro storia è strettamente legata alla Rus’ di Kiev, con cui intrecciarono stretti rapporti. Quando nei primi decenni del XIII secolo furono sottomessi dai mongoli, alcune tribù si rifugiarono nel regno ungherese e nell’impero bulgaro. Occuparono in particolare una regione che prese il nome di Cumania e si unirono alla classe dirigente ungherese. La Biblioteca Marciana di Venezia conserva un documento di straordinaria importanza, il Codex Cumanicus (1330 ca.), un codice scritto in latino, persiano e cumano che testimonia la lingua cumana, la sua cultura e l’attività dei missionari francescani nell’area del mar Nero. 

Bibliografia: I. Vásáry, Cumans and Tatars, Oriental Military in the Pre-Ottoman Balkans, 1185-1365, Cambridge-New York 2005; F. Curta, R. Kovalev (a cura di), The Other Europe in the Middle Ages: Avars, Bulgars, Khazars and Cumans, Leiden 2007.

By: Pubblici L.
Copyright dell'autore