Serbia

Serbia Serbien Sec. VIII-X

S. Dufrenne, ha curato la voce Serbia in DEM. Come per la Bulgaria, solo la prima parte è dedicata alla storia, mentre la seconda parte descrive i principali monumenti architettonici con i loro cicli di affreschi. Nel ripercorrere la storia serba si sottolinea la sua capacità espansiva, soprattutto a causa della debolezza dell’impero bizantino e la sua resistenza all’avanzata turca simbolizzata dalla battaglia sulla piana del Kossovo. Dell’epoca ottomana non si fa menzione, se non per affermare genericamente la sua capacità di “mantenere una certa individualità nazionale”. Assai fastidiosi sono gli errori di traduzione (Macedoniani) o i termini non spiegati (zupano). In LMA la voce Serbien è stata affidata allo storico S. Cirkovic, che ha trattato anche la voce più generale Südslaven. Egli riassume la sua ampia monografia, uscita in lingua italiana (S. Cirkovic, I serbi nel medioevo, Milano 1992), l’unico studio complessivo sulla Serbia medievale, apparso in una lingua occidentale in anni recenti. In primo luogo si tracciano le vicende dell’insediamento delle tribù serbe e le lotte interne fra i diversi principi delle diverse regioni nel contesto del conflitto fra l’impero bizantino e il canato bulgaro e dei problemi assai complessi di giurisdizione ecclesiastica, seguiti alla cristianizzazione (v. infra). Di questa prima fase meritano una trattazione speciale i principi Mutimir e Caslav Klonimirovic, gli unici che conosciamo meglio grazie al De administrando impero di Costantino Porfirogenito, ma soprattutto le voci dedicate alle singole regioni di Hum (o Zahumlje, vedi l’ottimo contributo di L. Steindorff), e di Zeta, con l’antica città di Dioclea (Doclea), che nella sua parte montagnosa estesa fino all’Adriatico prende poi il nome di Montenegro (si veda anche il rimando a Cattaro, Kotor e Cetinje). Si segue, quindi, l’affermarsi della dinastia dei Nemanidi (Lo Stato dei Nemanidi) all’inizio nella regione della Raška (con la città di Ras) e la sua espansione a spese della altre potenze balcaniche, spesso in alleanza con il regno ungherese. Si ripercorrono in estrema sintesi le vicende storiche dall’incoronazione di Stefano, con la corona di Onorio III, e la consacrazione dell’arcivescovo Sava a Nicea, fino al riconoscimento del titolo imperiale a Stefan Dušan e all’erezione del patriarcato serbo (diverse sono le voci dedicate ai regnati serbi, che portano il nome di Stefano in LMA, mentre in DEM si incontra solo la voce Stefano Dušan, che tratta soprattutto della sua incoronazione a zar, che traduce in slavo il greco basileus). Non ci risulta che si faccia riferimento alla regione di Metohija nel Kosovo, conquistata dai Nemanidi, e alla sua principale città, Prizren, in cui si trovava una delle residenze dei sovrani. Si vedano le diverse voci dedicate ai diversi esponenti della dinastia, fra cui, oltre ai sovrani citati, ricordiamo in particolare Stefan Uroš II Milutin e Stefan Uroš III Decanskij. Si descrive infine la frammentazione territoriale (I signori territoriali) con l’emergere della potenza bosniaca e la progressiva conquista turca fino all’occupazione definitiva del suo territorio, nonostante il sostegno ungherese (con rimandi ad alcune voci, fra cui in particolare la voce sempre di Cirkovic dedicata alla famiglia Brankovici o al sovrano Georg, Ðurad Brankovic), con le sue diverse fasi fino al 1459. Sulla successiva avanzata turca si possono leggere, invece, le voci Montenegro e Cetinje. Interessante osservare che fra gli episodi bellici assumono una particolare rilevanza la battaglia della Morava (1189), la battaglia della Marica (1371) e del Kosovo polje (1389, quest’ultima anche in DEM). A causa dell’eccessiva brevità della voce sono scarsi i cenni alla situazione economica (cf. Münze, voce Sasi), alle singole città (Belgrado, Branicevo, Priština e altre ancora) e ai monasteri (v. infra, cf. Decani, Pec (quest’ultima anche DEM). In generale viene assolutizzato il modello bizantino (si veda per esempio la voce Despot, ma anche Župan), mentre appaiono in secondo piano i rapporti assai stretti con il mondo balcanico e con il mondo latino occidentale. Si veda per esempio la tavola finale sulla dinastia dei Nemanidi (vol IX, LMA) e la conclusione della voce Brankovici sui rapporti dinastici delle famiglie regnanti serbe. Le voci dedicate alle città e alle regioni mostrano, invece, l’instabilità dei confini statuali e l’appartenenza al medesimo spazio.

 

Bibliografia

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G. Babic, Stefano Dušan, in DEM, vol. III, Roma 1999, p. 1846.

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M. Blagojevic, L. Steindorff, Župan, in LMA, vol. IX, Stuttgart-Weimar 1999, pp. 709-710.

 

A cura di D. Pierozzi

By: Garzaniti M.
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